Sono tanti gli operatori sanitari che stanno lavorando negli ospedali italiani durante questa lunga emergenza, ma ancor di più quelli che ci hanno lasciato .
L’emergenza Coronavirus che ha messo in ginocchio un intero sistema sanitario – per evitare il collasso – ha ricorso ad ogni mezzo possibile, reclutando non solo professionisti affermarti, ma anche chi era ancora nel pieno della propria formazione.
E cosi, sul fronte di questa battaglia "alla cieca", si sono trovati dai banchi di scuola alle corsie degli ospedali come cadetti al primo giorno di Accademia, quella della vita!
Perché nel mentre tutti ormai ritornano alla apparente "normalità", molti si sono dimenticati di quelle immagini in cui infermieri, medici e operatori esausti mostravano i segni della sofferenza e dell'impegno dedicato a salvare vite altrui.
Eroi in corsia
“Giuro di perseguire come scopi esclusivi la difesa e il recupero della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale”.
Nel mentre molti autorevoli giornali criticano quello che vieni chiamata "la retorica dell’eroismo" che ha in molti casi fatto passare in secondo piano le reticenze, le disfunzioni dei sistemi sanitari, la lentezza negli approvvigionamenti, la violenza istituzionale delle case di riposo, la mancanza di cibo e spazio per il distanziamento tra i cittadini poveri.
Noi invece vogliamo ricordarli perché hanno certamente dato riferimenti e senso di coesione alle comunità, hanno dato speranza a quelli che venivano curati, hanno fatto compagnia a quelli che non c'e la hanno fatta, ma sopratutto hanno insegnato ai nostri bambini che esistono persone, che hanno fatto un giuramento e che quando dovevano scegliere, hanno scelto di mantenerlo mettendo in rischio la propria vita!
Ringraziamo quelli che ogni giorno svolgono il proprio lavoro, con cuore e professionalità!
Buon proseguimento!
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